Rischio amianto in 45 scuole in Lombardia
Amianto nelle scuole: in Lombardia 45 istituti a rischio
Il problema dell’amianto: un pericolo per la salute tutt’altro che risolto
Sebbene l’amianto sia stato bandito in Italia nel 1992, anno in cui la legge n. 257 ne ha vietato tassativamente utilizzo, produzione, lavorazione e vendita, sono ancora molte le preoccupazioni che questo minerale desta. In Lombardia, ad esempio, ancora oggi 45 istituti scolastici sono altamente a rischio, e richiedono un monitoraggio costante.
Il materiale, grazie alle sue innumerevoli proprietà meccaniche e isolanti, era stato per lungo tempo utilizzato in Italia e nel resto dell’Europa, anche se i primi segnali d’allarme in merito alla correlazione tra asbesto e alcune forme di cancro ai polmoni o altre malattie a carico dell’apparato respiratorio risalgono da alcuni studi del 1930, pubblicati nel Regno Unito.
Proprio la pericolosità dell’amianto – e più nello specifico delle sue polveri – rende il problema estremamente importante e attuale. Delle 1127 scuole che, sin dal 2006, hanno segnalato alla Regione la presenza del materiale nelle strutture a contatto con gli studenti, 45 sono strettamente sorvegliate per via dell’elevata friabilità degli elementi contenenti il minerale. Il fatto che alcune superfici siano friabili, infatti, provoca il rilascio nell’ambiente di fibre di amianto, il che causa la formazione di neoplasie a carico dei polmoni o una malattia nota come asbestosi, che provoca tra gli altri sintomi dolore toracico e mancanza di respiro.
Gli interventi di bonifica per limitare l’esposizione all’amianto
Ci si può chiedere, dunque, perché la Regione Lombardia non intervenga immediatamente con l’obiettivo di arginare il problema dell’amianto e di salvaguardare la salute degli studenti e del corpo docenti, nonché di tutto il personale attivo in questi edifici.
Purtroppo, gli interventi di bonifica e di smaltimento dell’eternit (il nome commerciale con cui era riconosciuto il materiale contenente amianto) non sono affatto semplici. Una sua movimentazione, ad esempio, potrebbe provocare la diffusione di polveri e fibre nell’aria, le quali diventerebbero poi complesse da rimuovere. Proprio questo problema interessa i 45 istituti in Lombardia: gli interventi di ristrutturazione e allontanamento dell’eternit non solo sono complessi e costosi, ma non garantiscono la rimozione completa del pericolo, che potrebbe persistere a lungo.
Il costo di rimozione dell’eternit – che varia da circa 8 a 20 euro al metro quadro – dipende in gran parte non solo dalla complessità dell’intervento e delle attrezzature di protezione individuale degli operatori coinvolti, ma anche dallo smaltimento. Non bisogna infatti dimenticare che un suo spostamento non si traduce in un suo isolamento dall’ambiente, e la distruzione del materiale è ancora più difficile da mettere in alto.
Un intervento di bonifica dall’amianto potrebbe invece consistere nel suo isolamento dall’ambiente mediante confinamento: con questo sistema si attenuano tutti i pericoli legati alla movimentazione del materiale, soprattutto se si tratta di una delle sue forme più friabili, letteralmente rivestendo la struttura interessata con un film che non lasci passare le fibre e che offra una grande protezione. In questo modo i costi sono nettamente più contenuti e non si creano tutti i problemi legati a un successivo smaltimento dell’eternit.
I finanziamenti della Regione Lombardia per la bonifica dell’amianto
Il problema delle 45 scuole lombarde interessate in maniera grave dal problema dell’eternit e dei suoi rischi per la salute è stato sollevato negli scorsi mesi dal Movimento Cinque Stelle, il quale ha ricevuto pronta risposta dall’assessore regionale all’Istruzione Melania Rizzoli, la quale ha chiarito che si tratta di un problema improrogabile e che richiede un intervento immediato. Proprio per questo scopo, l’assessore ha realizzato un piano di bonifica triennale, del costo complessivo di 5 milioni di euro, per bonificare l’eternit di tutte le strutture lombarde interessate, partendo ovviamente da quelle che richiedono più urgentemente un intervento. L’assessore Rizzoli ha inoltre affermato che i lavori inizieranno già nel corso del 2019, anche se non è ancora stato chiarito in che periodo, né sono reperibili informazioni in merito alla metodica di isolamento dell’eternit presente nelle strutture: è comunque probabile pensare che per ognuna delle scuole sarà utilizzato il sistema più semplice e sicuro.
L’assessore Rizzoli, inoltre, ha affermato che quello dell’amianto è un problema che non interessa solo la Lombardia, e che richiede un intervento immediato dello stato.
La situazione nelle altre regioni italiane
Lo smaltimento dell’eternit urge anche in altre regioni italiane. Purtroppo, per ciò che concerne le altre aree d’Italia, è possibile unicamente far fede alle segnalazioni che vengono ricevute, poiché gli ultimi dati ufficiali a disposizione riguardo il problema risalgono a 7 anni fa. Per il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto Bonanni, il problema è che manca una mappatura ufficiale degli istituti maggiormente a rischio, in quanto solo il Lazio – grazie all’intervento dell’Inail e del ministero della Salute – ha fornito dati completi e concreti.
Sulla base delle informazioni ottenute da mappature ufficiali o da segnalazioni, si contano circa 2300 scuole italiane interessate dal problema dell’amianto nelle strutture. Per fortuna, la maggior parte di questo è presente nella forma stabile, ovvero non friabile, ma ciò non basta a tranquillizzare: lo scorrere del tempo, eventuali vibrazioni e fenomeni atmosferici avversi possono infatti alterare in maniera lenta ma costante le strutture, provocando il rilascio di polveri. Questo, dunque, spiega quanto sia importante intervenire in tutte le scuole italiane che lo richiedono, con lo scopo di mettere al sicuro 350.000 alunni e 50.000 insegnanti, oltre al personale ATA e a quello amministrativo.